Le voci bianche proseguirono con un crescendo il loro cammino di esperienze musicali, corali, attraverso molteplici attività: concerti in ogni parte d’Italia, in Francia, in Svizz
era, in Austria, in Germania, in Grecia, collaborazioni con orchestre sinfoniche e da camera, coprendo anche ruoli che nelle varie opere liriche venivano affidati ai bambini; partecipazione a corsi in qualità di “coro laboratorio”, lezioni concerto, il tutto scandito annualmente da soggiorni estivi di studio e svago.
Il coro misto perseguì un suo grandissimo percorso di cui parlerò più avanti.
Questo capitolo, invece, desidero dedicarlo agli “angeli muti”, non cantori, quindi, ma persone che nella vita dei “Mini” scrissero pagine stupende, storiche.
Mi riferisco a quelle preziose persone (genitori soprattutto), che ogni anno, alcune per molti anni, mi assicurarono l’organizzazione dei pasti durante i vari soggiorni estivi, e accompagnarono il coro in occasioni di viaggi per concerti o concorsi, altre che sentii fortemente vicine, pronte a soccorrerci, assisterci nelle varie vicende del coro.Non immaginate quanto sia bello, confortante e quanto la nostalgia si tramuti in carezzevole sensazione ricordare quelle splendide persone e quegli splendidi momenti.
Per quindici giorni, in sperduti paesini, in strutture organizzate, in case dove ci si doveva adattare alla meglio, ci venivano preparati pasti, sempre ottimi, vari, puntuali, e serviti con il sorriso, con il genuino entusiasmo delle persone generose, fedeli, riconoscenti, felici di contribuire a rendere sereno, tranquillo il mio lavoro e quello dei miei numerosi collaboratori.
“ I nomi, vogliamo i nomi! ”
Eccoli, dunque: I Coniugi Gianotti li abbiamo già ricordati nei precedenti capitoli, con loro ricordo i Coniugi Faes, genitori di Maria, Enrico e Giovanna, pionieri e affettuosi sostenitori dei primi anni del coro: Sella Valsugana! Camparta! che pranzi! che patate al forno! quanta disponibilità nel loro cuore!
Ricordo la signora Pegoretti, mamma di Anna, affettuosa e vulcanica.
Altre presenze scandirono provvidenzialmente il percorso del coro; erano genitori che a latere, silenziosamente, e con tanta tenerezza sentivo assai vicini, anch’essi sempre pronti a “soccorrermi” nelle necessità, in modi e forme apparentemente marginali ma assai significative per la mia tranquillità.
Impossibile non ricordare i carissimi Bruna e Nino Brucoli, genitori di Roberta, che con rispettosa discrezione seguivano il coro con i loro mezzi in tutti i concorsi, in tantissimi concerti.
C’erano loro e noi vincevamo il concorso, c’erano loro ed il concerto riusciva magnificamente, al punto che, oramai abituati e quasi bisognosi della loro presenza, li considerammo i nostri “portafortuna ufficiali”.
Irene e Plinio Biondani, genitori di Chiara, affettuosi sostenitori dei Minipolifonici; Plinio, poi, quante volte, essendo taxista, mise a disposizione il suo tempo, il proprio mezzo per accompagnare i cantori quando necessitava un aiuto! la sua signora, Irene, mi accolse spesso a casa sua proponendomi prelibati pranzi e cene che i miei succhi gastrici ancora oggi ricordano con dolce nostalgia.
Gradualmente cambiavano le generazioni e con loro cambiavano pure i genitori e nuovi sostenitori delle numerose nostre iniziative.
I signori Remo e Liliana Sartori, genitori di Sonia, Luca e Nicoletta avevano un negozio di frutta e verdura; per diversi anni ci siamo serviti da loro ma credo sia stato più quello che ci hanno regalato di quello che abbiamo comperato. Dieci chili di patate diventavano per incanto quindici, allo stesso prezzo, altre volte si dimenticavano, o così ci han fatto credere, di segnare qualche chilo di frutta, di insalata e così via. In pratica, non ci siamo serviti da loro ma ci siamo serviti di loro. Li ricordo con tanta riconoscenza.
Un bel giorno, (stavo trattando l’acquisto di un’automobile presso una concessionaria), mi si presentò un signore: Rinaldo Dorigoni che mi assistette e consigliò nell’acquisto. Mi conosceva, conosceva l’attività dei Minipolifonici e timidamente mi chiese se fossi disposto ad accogliere nel coro i suoi tre figli: Roberta, Carlo e Giorgio. Dissi di si con gioia e da quel giorno iniziò una lunga, intensa, magica collaborazione con lui e con la sua cara moglie Teresa.
C’era un soggiorno e loro erano pronti a organizzare il vettovagliamento.
Colazioni, pranzi, merende, cene; quante buone cose!, quante risate, quante gioiose discussioni per riuscire a far spendere al coro il meno possibile e garantire pasti sufficienti e gustosi!
Rinaldo, poi, era veramente unico, genuino, emozionabile, sensibile, coinvolto non solo in cucina; cercò pure di collaborare nelle attività ludiche dei vari soggiorni.
Qui è d’obbligo un suo simpaticissimo aneddoto.Dunque, in uno dei numerosi soggiorni nei quali fu presente, successe che, c’era da cronometrare l’arrivo dei vari concorrenti in una corsa campestre; uno era incaricato a controllare il tempo del primo, un altro doveva controllare il tempo del secondo, Rinaldo aveva il compito di controllare il tempo del terzo classificato: Fra i concorrenti c’era pure uno dei suoi figli (è fantastico quanto successe), il quale arrivò per primo. Rinaldo, dall’emozione, fermò il suo cronometro sul tempo di suo figlio, urlando: “ Primo!... primo!..Terersa... me fiol’ l’è ariva’ primo.. madonega!... che tempo!...” L’accaduto gli fece dimenticare di cronometrare l’arrivo del terzo che dovette accontentarsi di un tempo approssimativo recuperato da qualcuno. Fortuna volle che il quarto arrivò un po’ dopo e il dramma venne scongiurato.
Conclusasi le bella parentesi dei “Dorigoni” - così ormai erano affettuosamente chiamati da tutti noi -, la Provvidenza ci mise a disposizione altre persone amiche, così che la gestione dei soggiorni, nella cura in cucina, venne sempre assicurata.
Ed ecco allora proporsi la famiglia Grosselli: Maria Teresa e Lucillo, genitori di Andrea, Lorenzo e Maria Letizia.
La cucina, in quei giorni, diventava il loro regno, dal quale uscivano puntualmente prelibati “decreti culinari” cui tutti noi ci si adeguava volentieri.
Con i Minipolifonici di Trento, prima e con quelli di Milano, poi, potemmo disporre del loro insostituibile aiuto: affettuosamente perentoreo quello di Maria Teresa, silenzioso ma sempre appropriato quello di Lucillo; Maria letizia, anche lei nel coro, accettò volentieri e spesso di aiutarci un po’ in cucina e un po’ assistendo i cantori.
(Vai alla VI parte)
Il coro misto perseguì un suo grandissimo percorso di cui parlerò più avanti.
Questo capitolo, invece, desidero dedicarlo agli “angeli muti”, non cantori, quindi, ma persone che nella vita dei “Mini” scrissero pagine stupende, storiche.
Mi riferisco a quelle preziose persone (genitori soprattutto), che ogni anno, alcune per molti anni, mi assicurarono l’organizzazione dei pasti durante i vari soggiorni estivi, e accompagnarono il coro in occasioni di viaggi per concerti o concorsi, altre che sentii fortemente vicine, pronte a soccorrerci, assisterci nelle varie vicende del coro.Non immaginate quanto sia bello, confortante e quanto la nostalgia si tramuti in carezzevole sensazione ricordare quelle splendide persone e quegli splendidi momenti.
Per quindici giorni, in sperduti paesini, in strutture organizzate, in case dove ci si doveva adattare alla meglio, ci venivano preparati pasti, sempre ottimi, vari, puntuali, e serviti con il sorriso, con il genuino entusiasmo delle persone generose, fedeli, riconoscenti, felici di contribuire a rendere sereno, tranquillo il mio lavoro e quello dei miei numerosi collaboratori.
“ I nomi, vogliamo i nomi! ”
Eccoli, dunque: I Coniugi Gianotti li abbiamo già ricordati nei precedenti capitoli, con loro ricordo i Coniugi Faes, genitori di Maria, Enrico e Giovanna, pionieri e affettuosi sostenitori dei primi anni del coro: Sella Valsugana! Camparta! che pranzi! che patate al forno! quanta disponibilità nel loro cuore!
Ricordo la signora Pegoretti, mamma di Anna, affettuosa e vulcanica.
Altre presenze scandirono provvidenzialmente il percorso del coro; erano genitori che a latere, silenziosamente, e con tanta tenerezza sentivo assai vicini, anch’essi sempre pronti a “soccorrermi” nelle necessità, in modi e forme apparentemente marginali ma assai significative per la mia tranquillità.
Impossibile non ricordare i carissimi Bruna e Nino Brucoli, genitori di Roberta, che con rispettosa discrezione seguivano il coro con i loro mezzi in tutti i concorsi, in tantissimi concerti.
C’erano loro e noi vincevamo il concorso, c’erano loro ed il concerto riusciva magnificamente, al punto che, oramai abituati e quasi bisognosi della loro presenza, li considerammo i nostri “portafortuna ufficiali”.
Irene e Plinio Biondani, genitori di Chiara, affettuosi sostenitori dei Minipolifonici; Plinio, poi, quante volte, essendo taxista, mise a disposizione il suo tempo, il proprio mezzo per accompagnare i cantori quando necessitava un aiuto! la sua signora, Irene, mi accolse spesso a casa sua proponendomi prelibati pranzi e cene che i miei succhi gastrici ancora oggi ricordano con dolce nostalgia.
Gradualmente cambiavano le generazioni e con loro cambiavano pure i genitori e nuovi sostenitori delle numerose nostre iniziative.
I signori Remo e Liliana Sartori, genitori di Sonia, Luca e Nicoletta avevano un negozio di frutta e verdura; per diversi anni ci siamo serviti da loro ma credo sia stato più quello che ci hanno regalato di quello che abbiamo comperato. Dieci chili di patate diventavano per incanto quindici, allo stesso prezzo, altre volte si dimenticavano, o così ci han fatto credere, di segnare qualche chilo di frutta, di insalata e così via. In pratica, non ci siamo serviti da loro ma ci siamo serviti di loro. Li ricordo con tanta riconoscenza.
Un bel giorno, (stavo trattando l’acquisto di un’automobile presso una concessionaria), mi si presentò un signore: Rinaldo Dorigoni che mi assistette e consigliò nell’acquisto. Mi conosceva, conosceva l’attività dei Minipolifonici e timidamente mi chiese se fossi disposto ad accogliere nel coro i suoi tre figli: Roberta, Carlo e Giorgio. Dissi di si con gioia e da quel giorno iniziò una lunga, intensa, magica collaborazione con lui e con la sua cara moglie Teresa.
C’era un soggiorno e loro erano pronti a organizzare il vettovagliamento.
Colazioni, pranzi, merende, cene; quante buone cose!, quante risate, quante gioiose discussioni per riuscire a far spendere al coro il meno possibile e garantire pasti sufficienti e gustosi!
Rinaldo, poi, era veramente unico, genuino, emozionabile, sensibile, coinvolto non solo in cucina; cercò pure di collaborare nelle attività ludiche dei vari soggiorni.
Qui è d’obbligo un suo simpaticissimo aneddoto.Dunque, in uno dei numerosi soggiorni nei quali fu presente, successe che, c’era da cronometrare l’arrivo dei vari concorrenti in una corsa campestre; uno era incaricato a controllare il tempo del primo, un altro doveva controllare il tempo del secondo, Rinaldo aveva il compito di controllare il tempo del terzo classificato: Fra i concorrenti c’era pure uno dei suoi figli (è fantastico quanto successe), il quale arrivò per primo. Rinaldo, dall’emozione, fermò il suo cronometro sul tempo di suo figlio, urlando: “ Primo!... primo!..Terersa... me fiol’ l’è ariva’ primo.. madonega!... che tempo!...” L’accaduto gli fece dimenticare di cronometrare l’arrivo del terzo che dovette accontentarsi di un tempo approssimativo recuperato da qualcuno. Fortuna volle che il quarto arrivò un po’ dopo e il dramma venne scongiurato.
Conclusasi le bella parentesi dei “Dorigoni” - così ormai erano affettuosamente chiamati da tutti noi -, la Provvidenza ci mise a disposizione altre persone amiche, così che la gestione dei soggiorni, nella cura in cucina, venne sempre assicurata.
Ed ecco allora proporsi la famiglia Grosselli: Maria Teresa e Lucillo, genitori di Andrea, Lorenzo e Maria Letizia.
La cucina, in quei giorni, diventava il loro regno, dal quale uscivano puntualmente prelibati “decreti culinari” cui tutti noi ci si adeguava volentieri.
Con i Minipolifonici di Trento, prima e con quelli di Milano, poi, potemmo disporre del loro insostituibile aiuto: affettuosamente perentoreo quello di Maria Teresa, silenzioso ma sempre appropriato quello di Lucillo; Maria letizia, anche lei nel coro, accettò volentieri e spesso di aiutarci un po’ in cucina e un po’ assistendo i cantori.
(Vai alla VI parte)
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