martedì 28 aprile 2009

Leggere e cantare, è possibile gioire?

Italia: anno 2030 Da un comune dialogo fra due amici.
Rossella: “Ciao, come va?” Sandro: “Bene, molto bene e tu?” Rossella: “Anch’io, molto bene, anzi, direi meglio ancora; sto incontrandomi con alcuni miei amici per cantare; oggi porto Monteverdi...” Sandro: “Cosa porti di Monteverdi?” Rossella: “Questo: “Deh, bella e cara”...” Sandro “Ah, la conosco” Rossella: “Qualcuno porterà alcuni lieder di Schubert, poi, non so, ma leggeremo tanta musica.” Sandro: “Avete concerti in programma? ... vi dirige qualcuno?” Rossella: “No, no, lo facciamo per noi, ci troviamo ogni settimana a leggere musica, non cantiamo per fare concerti, se mai volessimo, un direttore lo si trova sempre, c’è la coda...; noi cantiamo per diletto, non siamo musicisti di professione, lo sai, io  sono ragioniera e tengo la contabilità dell’officina elettrauto di mio padre; a scuola ci hanno insegnato la musica e quindi a leggere e intonare le note, ci viene quasi  automaticamente, come leggessimo un libro o il giornale. Siamo tutti amatori” Sandro: “E’ bellissimo!” Rossella: “Dai, perché non vieni anche tu?” Sandro: “Mah, quasi quasi ci faccio un pensier... anzi, no, vengo oggi anch’io con te, sono libero e una cantata in coro non si rifiuta mai... però non ho con me musiche da proporre”. Rossella: “Ne abbiamo noi tante, oggi leggiamo quelle, la prossima volta porterai le tue, magari, se hai qualcosa di nuovo...” Sandro: “Va bene, va bene, allora, andiamo”.  E, via canticchiando assieme l’aria: “La ci darem la mano...”
Fantascienza italiana!
Noi, intanto abbiamo incominciato così:

Perugia - Italia
21- 22 marzo 2009

I Minipolifonici
Secondo incontro con la lettura musicale DALCON

Lettura musicale?!  Teoria, solfeggio e dettato musicale (come ama chiamarlo la tradizione) mah, è una materia complementare, non si può farne un concorso! siamo seri! Sarebbe come fare un incontro di Analisi grammaticale!
Il solfeggio serve a indottrinare di regole musicali l’allievo. “Solfeggio imposto attraverso l’arido snocciolamento parlato di note spintonate da un ritmo spesso assurdamente difficile, costellato di continui trabocchetti? Bah!...”
Ma è necessario! si dice in Conservatorio, indispensabile a semplificare il lavoro dell’Insegnante di Strumento, solo a lui! è affidato il compito di formare il “Musicista” , prepararlo all’incontro con il palcoscenico e agli applausi; diamine, a ciascuno il suo!
E’ mai accaduto che il garzone incaricato a preparare la malta per costruire la casa abbia goduto gli onori al pari degli architetti? Questi insegnanti di solfeggio devono darsi una regolata!

Ma ora... leggete questo: 
Alle Scuole che hanno partecipato al secondo concorso di lettura musicale DALCON:
Complimenti, voi siete riusciti a compiere il miracolo di rendere il “Solfeggio” (ah! che brutta parola!) un appuntamento di gioioso impegno settimanale, a renderlo occasione preziosa per gustare il piacere di fare musica attraverso il primo, in assoluto il più importante, strumento musicale: la voce. 
Il recente incontro per il quale avete coinvolto quasi una trentina fra i vostri allievi, lo ha dimostrato. Erano poi bambini e ragazzini fra i sette e i dodici anni  che suddivisi nelle tre categorie: Primi passi, Allievi, Esperti, si destreggiarono in diverse prove, affrontando l’esecuzione di musiche precedentemente preparate, musiche consegnate il giorno prima, altre da leggere lì sul momento”.
Ancora sulle prime note da loro intonate, s'è creata un'atmosfera magica, unica, di ammirazione, rispetto nei confronti di quei piccoli, chini sulle partiture, impegnati a sciogliere dalle loro labbra e dal loro cuore, che tradiva innocente trepidazione, le note su di esse scritte.
In tanti anni di insegnamento mai avremmo pensato che la lettura cantata di una melodia letta a prima vista, anche a tre voci, fosse capace di suscitare tali emozioni.
Ci siamo chiesti: “ Ma questi sono allievi di teoria, solfeggio e...bla, bla, bla... o “alieni” di teoria, solfeggio e...bla, bla, bla...? ”Tutti, ma proprio tutti furono in grado, con le loro esecuzioni, alcune di altissimo livello, di stupirci, entusiasmarci, commuoverci. In loro traspariva gioia, desiderio di parteciparvi, di provarci, e soddisfazione nel riuscirci.
Nessuno era contro l’altro, nessuno, si considerava il protagonista, ciascuno, invece, si propose in favore della sua Scuola.
Dobbiamo ammetterlo, qualche prova fu un po' difficile, ma loro non si persero d'animo, l’affrontarono con determinazione  superandola con abilità.
La Giuria? Iniziamo dalle gentili signore: Eva Marti; formatasi, fin dall’età di sei anni, alla Scuola di coro dei Minipolifonici di Milano, musicalmente pronta e dotata di ottima intonazione; ora studia canto con l’intento di conseguire il diploma. Saverio Tinto, appassionato estimatore del metodo Dalcon, insegnante di musica colto, e sensibile direttore di coro di bambini; Franco Radicchia, anch’egli ottimo didatta presso le scuole medie e direttore di coro.
Non male l’idea di evitare ipotetici “luminari della musica” prediligendo coloro che con i bambini e i ragazzi sono in contatto quotidiano, persone che conoscono la didattica dei Minipolifonici, la condividono, la adottano e proprio in virtù di ciò, in grado di valutare, giudicare, apprezzare, riconoscere l’adeguatezza delle relative prove in concorso.
Che piacevole emozione per i piccoli della Scuola di Musica C. Eccher di Cles, con la loro insegnante Chiara Biondani, vincitori nella categoria: “Primi passi”!
Comprensibilmente compiaciuti i ragazzini del coro “Nuove Armonie”di Padova e la loro insegnante Chiara Mario, mentre ritiravano il primo premio per la categoria: Allievi” ed infine gli allievi della Scuola Il Pentagramma di Tesero, giustamente fieri nello stringere fra le mani, assieme al loro insegnante Ilario Defrancesco, il premio quali vincitori nella categoria: “Gli Esperti”.
Che successe poi? Prima di lasciarci: una trascinante Tombola musicale, bellissima, organizzata in modo che a giocare non fossero le diverse scuole “una contro l’altra armate” ma gli allievi delle stesse divisi in squadre di sei, estratti a sorte fra  i concorrenti, coinvolse tutti i bambini.
Non vinsero i singoli Aldo, Rosanna o Andrea ma sei ragazzi uniti in cordiale collaborazione, vicendevolmente impegnati  nel superamento delle varie tappe della stessa.
Altri vincitori? Prima fra tutti la Musica, in egual misura gli insegnanti ai quali va pure il merito di aver permesso ai loro bambini di vivere questa esperienza. I bambini,  si, loro, che con l’ incoscienza propria dei cuori semplici si affidano totalmente a noi adulti, loro, che guardandoci negli occhi, ci seguono, ci ascoltano, ci scrutano, si fidano,  si affidano alla nostra saggezza, rispondendoci con tacita, genuina  riconoscenza. 
E, infine... lasciatecelo scrivere: anche il Metodo DALCON.
Dunque, a questo concorso, il primo in Italia, auguriamo una lunga serie di prossimi incontri.
Esso ha confermato la nostra convinzione, da molti anni accarezzata, che il solfeggio può trasformarsi in forma d'Arte, se interpretato quale ulteriore occasione di crescita nella coscienza e conoscenza della Musica e non solo arido "tributo" da versare alle Istituzioni musicali.
Il nostro "Grazie" va quindi alle Scuole, agli insegnanti, che hanno favorevolmente accolto questa proposta formativa, condividono il nostro "credo didattico", e l’hanno nobilitato con la splendida risposta data dai loro allievi. 
Arrivederci al prossimo anno, ad altre piacevoli cantate a una, due, tre, cento voci che intonano l'identico “nostro canto”.


venerdì 17 aprile 2009

La storia dei Minipolifonici XIV PARTE

E ora, I Minipolifonici dove sono? cosa fanno?
Sono in Umbria, naturalmente, dove abito, e dove continuano la loro vita attraverso l’ Associazione  “I Minipolifonici” nella quale è attivo un Centro per la formazione corale e musicale infantile che si propone come punto di riferimento nazionale per chiunque desideri informazioni, aiuto, consigli per la realizzazione e conduzione di un coro di bambini, per conoscere e approfondire le proprie esperienze nella didattica musicale infantile e nell’uso del nostro metodo.
Accoglieremo con gioia e affetto tutte quelle Scuole di musica, quei cori, e sono molti in Italia, che si ispirano ai Minipolifonici, e pur non servendosi del nome, lo onorano, attraverso la stima, il rispetto, l’entusiasmo, la fierezza di essere considerati da noi loro testimoni.
L’immediato? Eccolo: Il ventidue marzo ci fu l’Incontro nazionale di lettura musicale cantata attraverso il nostro metodo: DALCON (la didattica dei Minipolifonici).
Fu un gioioso concorso di lettura musicale, cantata, naturalmente, il primo in Italia, dove venticinque ragazzini, fra i sette e i dodici anni, provenienti da diverse Scuole di musica, si confrontarono esibendosi in diverse e variegate prove di lettura. 
Suddivisi in tre categorie: Primi passi, Allievi, Esperti, si destreggiarono nell’esecuzione di musiche precedentemente preparate, musiche consegnate il giorno prima, altre da leggere lì sul momento.
Bellissimo risultato di cui narreremo dettagliatamente sul blog.
Il 26 marzo, con gli allievi di prima, seconda e terza media a Ponte Pattoli, ho realizzato un progetto: “Dai ragazzi il teatro per i ragazzi” mettendo in scena due operine per bambini. I ragazzi della prima, fantastici, entusiasti, pronti a recepire qualunque stimolo proponessi loro, si cimentarono nella Montagna dei nanetti. All’inizio impacciati nel muoversi, nel cantare, poi ad ogni lezione constatavano, assaporandone il piacere, i loro continui progressi. 
Le classi seconda e terza realizzarono la Principessa Clara, un lavoro teatrale più impegnativo, con numerosi ruoli: narratori, personaggi, rumoristi, l’orchestra di flauti, il coro.Ognuno con i propri mezzi, le proprie capacità ce la mise tutta nel cercare di dare il meglio nell’esecuzione e rendere il tutto, anche la voce il più gradevole possibile. Una serata molto bella e piena di festosa euforia.
"Riguardo al Coro dei Minipolifonici, Milano, molti cantori hanno trovato cori dove cantare, numerosi sono quelli che vengono a trovarci, per il desiderio di mantenere forti e duraturi i legami di affetto, e stima verso la Leo e me.
A Trento, benché ancora in sordina e...”dietro mentite spoglie”, continua a vivere attraverso la caparbia passione di alcuni cantori: I coniugi Ajelli (Roberta e Guido), i coniugi Banal (Michela e Bebe), i coniugi Zambotti (Serena e Mario). Si ritrovano a casa di Mario ogni settimana per cantare, ma cantare alla Mini. Mario studia, si prepara, frequenta corsi di direzione, viene spesso da me in Umbria  per conoscere, sapere, imparare, con la Leo lavorare sulla sua voce, con me sul repertorio e questo senza alcuna pretesa o insana ambizione ma: per il piacere di “Cantare e far cantare per diletto” musiche soprattuto belle, cantarle  con gusto, scegliendo quelle adatte alle reali risorse vocali del coro. Questo sparuto gruppo di cantori ha chiesto a Mario Zambotti di dirigerlo ed io ne sono felice.
Se poi questi potranno essere i miei Minipolifonici, mi vedranno con loro.
Chi leggerà questo mio scritto e lo condividerà, potrà mettersi in contatto con Mario al suo telefono: 0461866618.

Ed ora un pensiero, a colei che più di qualunque altro ha dedicato ai Minipolifonici, per amor mio,  una parte importante della sua vita: Eleonora Dalbosco (la Leo per generazioni di cantori e allievi):

“Carissimo amore mio, così sento di rivolgermi a te che, oltre ad aver accettato di unire la tua vita alla mia attraverso il matrimonio, hai accettato di condividere, abbracciare e dedicarti in modo totale alla mia vita nei Minipolifonici di Trento e di Milano. Il tuo rapporto con Essi lo iniziasti a dieci anni nel coro delle voci bianche, nel coro misto, nelle formazioni cameristiche, poi collaborando alla nascita della Scuola di musica sia come insegnante che di supporto costante e provvidenziale nella conduzione della stessa (orari delle lezioni, stesura dei programmi didattici) e in tutte le iniziative che costantemente e copiose fiorivano nei Minipolifonici (Coro e Scuola).
Silenziosa, discreta per natura e per scelta, fosti al mio fianco, presente, collaborativa, stimolatrice, consolatrice in tante, tantissime situazioni, anche quelle  difficili, dolorose, drammatiche; le hai fatte tue, aiutandomi, sorreggendomi, suggerendomi, tutelandomi, in questi quarant’anni di vita dei Minipolifonici.
Hai gioito dei miei successi e di quelli dei “Mini”, hai sofferto per le mie e loro angosce, hai sopportato, per amor mio, offese, lacerazioni interne alla Associazione, alcune delle quali legate al nostro amore, al nostro matrimonio, alle nostre scelte di coppia, doverose, legittime ma da molti non comprese o non accettate.
Hai  dedicato, togliendolo alla tua famiglia, tantissimo tempo prezioso pur di starmi vicina e favorire la mia dedizione totale, forse eccessiva, verso i Minipolifonici.
Sempre per loro e per me, hai lasciato il posto sicuro di insegnante a Trento per seguirmi nel sogno (rivelatosi poi meraviglioso) di istituire i Minipolifonici pure a Milano.
Hai trascinato nella gioia di fare musica, grazie alle tue dolcissime qualità umane, alle tue particolari qualità professionali e didattiche, centinaia di bambini, ragazzi, a Trento, a Salorno (nella Scuola dei Minipolifonici da te avviata e diretta per diversi anni) e poi a Milano.
Hai impresso su migliaia di fogli, quaderni, libri il tuo “mitico, amatissimo Leoncino”, affascinante, fiabesco simbolo di approvazione per le costanti conquiste dei tuoi allievi.
Hai contribuito alla grandezza dei Minipolifonici, hai voluto che ciò avvenisse, e proprio quando tutto questo sembrava dovesse crollare (purtroppo a Trento è crollato), mi sei stata vicina e ancora una volta hai assorbito in te il peso delle mie angosce, hai fatto di tutto per alleviarle, riuscendo a farmi riconquistare serenità, fiducia, determinazione a continuare il cammino dei Minipolifonici.
Io, i Minipolifonici, tutti, senza di te non avremmo ottenuto, realizzato così tanti traguardi, tante soddisfazioni, tanti trionfi.
Grazie, Grazie, Grazie, Grazie! 
Il primo grazie è tutto mio, il secondo, doveroso, da parte di Trento, il terzo è dei tuoi allievi di Salorno, il quarto, lo sai, viene dai “Mini” di Milano, anche a nome di tutti i loro genitori.
 
La storia dei Minipolifonici, quindi, continua e continuerà a coinvolgere, trascinare, entusiasmare bambini, giovani, insegnanti, amici, “Mini”, tutti coloro, insomma, che vorranno mantenere vivo il legame di affetto, i ricordi, le emozioni vissute assieme, quelle nuove, quelle future, tutte unite in un unico, identico nostro “canto”.